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mercoledì 15 maggio 2013

Way to End - Various Shades of Black

#PER CHI AMA: Post Black Avantgarde, Solefald, Pensees Nocturne
Continua l’intelligente politica dell’etichetta francese Ladlo Productions nel promuovere band del proprio paese e dalle idee alquanto originali. Pensiamo infatti recentemente alle uscite di Pensees Nocturnes o ai post blacksters Regarde Les Hommes Tomber. Quest’oggi è il turno dei Way to End (dove lo stesso Vaerohn dei Pensees suona il basso), che bissano l’esordio datato 2009, “Desecrated Internal Journey” con questo avanguardistico “Various Shades of Black”. Scrivo avantgarde non a caso, dal momento che quando “L’Apprenti” irrompe nelle casse, il mio primo pensiero vola alla delirante e geniale proposta dei norvegesi Solefald. Non siamo ancora ai livelli del duo composto da Cornelius e Lazare, ma il quartetto transalpino ci sta lavorando egregiamente, piazzando nel bel mezzo del brano un bel break di musica classica che mi ha rievocato anche qualcosa dei Dispatched. Poi è proprio dalla band madre del buon Vaerohn che arriva linfa vitale per i nostri, con influenze per lo più derivanti dai primi due lavori del mastermind parigino con qualche accenno, nel corso dell’album, anche all’ultimo orchestrale “Nom D’Une Pipe”. Vuoi per la sua presenza dietro al microfono nei latrati lamentosi, vuoi per l’oscura atmosfera che si respira, sarà ben facile capire quanto vicine possano sembrare in taluni momenti, le proposte musicali delle due band. I Way to End, forse mostrano una componente ben più cupa e decadente, con linee di chitarre malate e disarmoniche, che riescono ad evocare oltreché il delirio dei già citati Solefald, anche il misticheggiante avantgarde dei Ved Buens Ende. Ma nei solchi di “Various Shades of Black” si cela un po’ di tutto: dal feeling vichingo a la Borknagar in “Vain”, al post-black di “La Figure Dansante de l’Incomprehension”, passando addirittura attraverso lo swedish black dei Dissection in “A Mon Ombre”, senza tralasciare l’aura epica dei primi Ulver nella conclusiva title track o la brutale sperimentazione di “La Ronde des Muses Fanees”. Insomma di carne al fuoco ce n’è davvero tanta, complice una ricerca spasmodica di una propria identità ben più definita e scevra dalla miriade di contaminazioni che popolano questo “Various Shades of Black”. Le carte buone ci sono, ora toccherà ai Way to End, giocarsele al meglio. (Francesco Scarci)

(Ladlo Productions)
Voto: 70

https://www.facebook.com/waytoend