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martedì 11 dicembre 2012

The Horn - Volume Ten

#PER CHI AMA: Black/Industrial
The Horn's A D MacHine è la mente che si cela dietro questo ambizioso progetto, la classica one man band, che ancora volta giunge dall’Australia; non stiamo certo parlando di un tizio di “primo pelo”, che la mattina si è svegliato e ha pensato di mettere in musica le sue deliranti visioni sull’antico Egitto. The Horn infatti giunge con questa release al traguardo dell’undicesimo lavoro (deve essersi un po’ incasinato, avendo fatto uscire nel 2011 il “Vol. 11” e nel 2012 il “Vol.10”). Lo Stargate si apre e io vengo proiettato, come nell’omonimo film, su un altro pianeta, altamente civilizzato, ma dove il popolo adora ancora le divinità nelle piramidi, intese qui come luogo di culto, distribuite su tutto il globo. I suoni che sento sono strani, ovviamente di origine aliena e a cui il mio orecchio non è decisamente abituato, anche se tra le linee delle feroci ritmiche extraterrestri, si insinuano melodie che sembrano derivare dalla antica tradizione araba, tanto da indurre il nostro eroe a definire il proprio sound come “Pure Ancient Occult Egyptian Space Metal”. “Spell 124” è una traccia di black industriale, ipnotica e malata, che si inocula nel mio sangue in modo pericoloso, con il vocalist che sembra aver assunto le sembianze vocali di un Predator. Una danza tribale esordisce in “Spell 47”, poi solo delirio sonoro, con suoni che non avevo mai udito sul mio pianeta, ma magari in questo nuovo mondo che sto esplorando, ne rappresentano la consuetudine. Il black noise che qui si scatena, ha un effetto intimorente. Un coro ritualistico alieno domina “Spell 146”; sinceramente non riesco a decodificare la nuova lingua antica, ma il ritmo ha un che di esoterico. Con “Spell 26” ci addentriamo in territori ambient/drone mentre con la successiva magia, torniamo ad esplorare nuove terre, nuovi paesi, che assumono sempre di più i connotati medio orientali, per suoni, colori e profumi; e ancora una volta ho la sensazione di essermi perso in un qualche suk di una qualsiasi città araba e ne approfitto per assaporarne ogni sfaccettatura. Ma una nuova tempesta magnetica è già pronta a scatenarsi sopra la mia testa, con un fragore ed una violenza inaudite, accompagnate da belluine vocals inumane. Sono terrorizzato e scappo, passando attraverso il Portale, pronto a chiudersi, per poter finalmente ritornare sul mio amato pianeta. Ma quando passo al di là di esso, mi ritrovo catapultato nel passato, con un sound che sembra un mix tra rock’n roll, black metal e funeral doom. Sono confuso, non capisco dove sia finito e se riuscirò a far mai ritorno a casa. Nel frattempo mi lascio conquistare dalla mitologia, dalla storia e dalle forze occulte che guidano quest’opera, e dal desiderio del factotum The Horn, di mettere in musica, l’intero “Ancient Egyptian Book of The Dead” di R.O. Faulkner. Appare come un progetto ambizioso, ma al momento i The Horn sembrano essere sulla strada giusta con questa delirante composizione di black industriale, ambient, noise e drone, di non facile accessibilità, ma assai affascinante. Provate anche voi a lanciarvi nello Stargate e vedere in quale dei mille universi paralleli andrete a finire… (Francesco Scarci)

(Shaytan Productions)
Voto: 70

http://www.myspace.com/thehornproject