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domenica 28 agosto 2016

Third Island - Dusk

#PER CHI AMA: Post Rock/Post Metal/Shoegaze
A volte è un semplice artwork a conquistare i sensi ancor prima della musica. Cosi è stato per me con i Third Island, un amore a prima vista, che con quella loro copertina cosi essenziale ma anche cosi affascinante, hanno subito catturato la mia attenzione. Poi, avuto il digipack in mano, messo il disco argentato nel player e fatto partire il primo brano dei tre, rilassandomi di fronte alle atmosfere sommessamente post rock della opener, "Thawed My Skin". Undici minuti in cui il trio irlandese palesa la propria passione per sonorità darkeggianti, che combinano inequivocabilmente il post-rock con lo shoegaze in un incedere marziale, ripetitivo, oserei definirlo ipnotico, complici anche le tematiche che trattano i nostri, ossia disturbi del sonno e incubi annessi. Incubi che si materializzano nel corso della song con l'ingrossarsi delle chitarre che vanno quasi a sfiorare il post metal, ma anche nell'incupirsi di quella voce inizialmente cosi morbida e sognante. La band di Limerick prosegue con i nove minuti di "Come Now" e quelle pesanti gocce di pioggia che si odono nella parte introduttiva della song lasciano presto il posto alla litanica (ma anche malinconica) voce del frontman e una musica che via via sembra cadere in balia di un doom intinto in lisergiche pozioni magiche, in un sound che ha modo di evocare i Godflesh, ma anche Kowloon Walled City e una versione molto più soft di Neurosis e Isis. Ci dirigiamo inebriati verso la fine dell'EP con la terza e conclusiva "It's Moving", ulteriori undici minuti di sonorità post, vocals stralunate, atmosfere morbose e un lungo e asfissiante finale interamente strumentale. 'Dusk' alla fine è quello che si dice un buon biglietto da visita per una band agli esordi, che si è formata soltanto lo scorso anno. Insomma un altro ensemble dell'underground da appuntarsi nel proprio libricino degli appunti per futura memoria. (Francesco Scarci)