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giovedì 4 febbraio 2016

The Fifth Alliance – Death Poems

#PER CHI AMA: Post Black/Sludge, Made Out of Babies, Red Sparrowes
Entrare lentamente e in totale stato d'animo degradato, nell'ottica di amare alla follia 'Death Poems', è una sensazione unica, violenta, disturbante quanto illuminante e liberatoria. Sentire l'urlo straziante, carico di tensione, la rabbia, la gelida cognizione della realtà, la morte che, come esprime il titolo di quest'album di debutto della band olandese, si finge affascinante per illuderci ancora una volta, mostrandosi bella in tutta la sua maestosità. Paragonarli ai Battle of Mice e unirli al suono rarefatto, catartico, primitivo degli A Storm of Light, all'estraneità mistica degli Jesu, non è sufficiente per descrivere questo cd autoprodotto dalla qualità davvero notevole. Il ruvido delle loro composizioni si tinge del feeling astratto tipico dei Red Sparowes ma con tratti nervosissimi e virate interstellari, con cataclismi umorali dai connotati doom, ottimi per un brusco ritorno alla realtà più cruda e drammatica. Considerateli sludge e vi avvicinerete ai Fall of Efrafa, pensate agli sperimentalismi black e li immaginerete seguaci dei Solstafir, vedeteli post hardcore e li troverete discepoli dei Made Out of Babies, ascoltateli alternative rock e ammirerete lo spirito selvaggio dei mitici Queen Adreena con la splendida voce femminile (la vocalist Silvia è incredibile!) dalle doti e abilità al di sopra della media, vicina proprio alle delizie della migliore Katie Jane Garside e all'immortale Julie Christmas. Gli undici minuti dell'iniziale "Your Abyss" sono l'eclissi per ogni forma di luce, senza speranza ne via d'uscita, il mondo nero e oscuro vissuto come in un abisso infernale. Questo primo lungo brano, apre l'iniziazione e segna il passo a ciò che ci si deve aspettare dalla musica del combo olandese, un contorto e psichico trattato di moderno doom acido, frammentato e suonato con l'ardore dell'hardcore più lisergico, che in tempi moderni si riassume col termine un po' anonimo di post hardcore. Un album con una personalità fortissima, soluzioni sonore nevrotiche e granitiche che portano avanti il verbo dei già citati Made Out of Babies, che lo amplificano e lo caricano di nuovi stimoli sonici, lo rivisitano e lo rivitalizzano. Siamo di fronte all'emotività fatta musica, quindi, dimenticate i tecnicismi inutili e fatevi investire da questa pioggia di lava incandescente, alla fine ne rimarrete affascinati. Album semplicemente stupendo! (Bob Stoner)

(Self - 2015)
Voto: 90