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venerdì 1 settembre 2017

Sulphur - Cursed Madness

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Black/Death, Immortal
Dalle lande sulfuree della Norvegia, ecco innalzarsi la creatura infernale dei Sulphur. Il quartetto scandinavo, che conta tra le sue fila anche l’ex tastierista degli Enslaved, nascono dalle ceneri dei Taakeriket nel 2000 e dopo un mediocre demo, hanno catturato l’attenzione della Osmose, che fiutò, nel quintetto, i potenziali eredi degli Immortal. Dopo aver ascoltato 'Cursed Madness', album uscito nel 2007, posso solo dire che potenzialmente potrebbero anche diventare i nuovi Immortal, ma che la strada è lunga e lastricata di parecchio lavoro. I Sulphur infatti si sono palesate come una band fra le tante nell'intasato e malvagio panorama black/death. La musica proposta dai nostri segue gli stilemi classici indicati prima dai Morbid Angel e poi ripresi dagli Immortal periodo 'Blizzard Beasts'. Una sorta di black metal old school, dalle forti venature death, con qualche inserto tastieristico, forse per voler conquistare quella fetta di pubblico non proprio intransigente e più legato al lato sinfonico della musica estrema, è quello proposto dai nostri. Si tratta in ogni caso, di nove tracce, senza infamia né lode, in cui l’aria che si respira è quella tipica, pesante dei gironi infernali. Fortunatamente, ci sono pezzi in cui i ricami delle keys riescono a conferire all’intero lavoro un aspetto pressoché gradevole, ma sono talmente rari, che rapidamente ci si annoia e si finisce per spegnere lo stereo. Nei 40 minuti di musica contenuti, si susseguono palesemente i richiami agli Immortal, per quel feeling malvagio che solo la band di Abbath e Demonaz era in grado di sprigionare. Penalizzati poi da una produzione ovattata, la band si dimostra comunque più a proprio agio sul versante black che death, segno che forse avrebbero dovuto prediligere un genere piuttosto dell’altro. Da ascoltare e riascoltare, per capire se qualcosa di valido effettivamente c’è. (Francesco Scarci)

(Osmose Prod - 2007)
Voto: 60

https://www.facebook.com/SULPHURBAND

domenica 18 settembre 2011

Sulphur - Thorns in Existence

#PER CHI AMA: Black Metal
Arrivano dalla Norvegia (Bergen), sono al loro secondo full lenght (il primo lo abbiamo avuto nel 2007, “Cursed Madness”) intitolato “Thorns In Existence”: si tratta dei Sulphur e del loro cd composto da 11 tracce, mai eccessivamente lunghe, la cui musica è paragonabile a quella di altri gruppi, in quanto i ragazzi hanno saputo crearsi una propria anima musicale. Immergiamoci in questo lavoro dei Sulphur: l’abum viene aperto da “Revelation”, dove subito notiamo la particolarità dell’inizio con un bel pianoforte che ci accompagna con un bell’arpeggio che si amalgama perfettamente a delle vocals che rendono il tutto parecchio inquietante. Il pezzo corre via con dei riff di chitarra ben studiati che esplodono in tutta la loro violenza, brutalità e cattiveria. La batteria è una mitragliatrice dritta allo stomaco, elettrizzante. Quando passiamo a “True Father of Lies”, iniziamo a farci seriamente un'idea di che pasta siano fatti questi ragazzi scandinavi: fraseggio di chitarre taglienti, fatte risaltare da un drumming devastante. Il pezzo scorre, alternando momenti di violenza totale, con attimi di inaspettata atmosfera. La voce è tipica del genere ma ben giocata con una effettistica vocale molto particolare che rende il tutto più stuzzicante e oscuramente bello. Quando inizio ad ascoltare “The Purifying Flame”, vengo accolto con mia somma e piacevole sorpresa da una batteria che non da respiro. Il pezzo si placa per qualche istante, con delle tenui parti di tastiera, prima di riprendere vita, con vigore e violenza e ancora una voce tenebrosa ad accompagnare perfettamente la music ben suonata, dando al pezzo una sua entità, un suo marchio di fabbrica. Il pezzo alla fine crea perfettamente la tipica atmosfera black. In “Hunting Sickening Seas”, nulla viene lasciato all’immaginazione: tetro, nero come la pece, colmo di malvagità, sembra quasi vibrare di una propria energia. Un riffing claustrofobico e paralizzante ne contraddistinguono il suo andamento, bilanciato da un bel intermezzo con chitarre pulite, rotto dalla feralità che riprende il tema del suo incipit. “Luna Noctiluca”, è un'altra song tipicamente black anche se compare l’utilizzo di cori in stile gregoriano, che si fonde con un riffing distorto, spasmodico e distruttivo che non da tregua; molto bello inoltre il violino nel finale. Quando arrivo al pezzo “Into Nothingness”, vengo travolto da un’ondata di emozioni, sento la batteria che cresce e picchia come un pugno nello stomaco molto ben assestato, per la sua brutalità dilagante. Concludo la mia esperienza con i Sulphur, promuovendoli ampiamente, per quel loro feeling maledettamente oscuro. Non sperate di annoiarvi con le 11 track di questo “Thorns in Existence”, cd che deve far parte della nostra collezione, un sound che in questo genere così inflazionato è difficile trovare in un gruppo: i Sulphur ci sono riusciti con nostra somma delizia. Complimenti ragazzi , andate avanti così! (PanDaemonAeon)

(Dark Essence Records)
Voto: 75