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martedì 2 novembre 2010

Sicmonic - Somnambulist


Cosa volete che vi dica di una band che ho scoperto io navigando semplicemente sul web e consigliandola al patron dell’Aural Music? Per me sono semplicemente straordinari, tuttavia cercherò di evidenziarvi luci e ombre di questo cd, che, uscito originariamente per la Phoenix Showcase Entertainment ad inizio 2009, la sempre attenta Aural Music rilascia per il mercato europeo, tra l’altro con 4 bonus tracks. L’attacco è affidata a “To the Fiendz”, arrembante song in cui ritroviamo tutti gli elementi cardine che costituiscono il “Sicmonic” sound: ritmiche devastanti ma iper-melodiche, continui cambi di tempo, vocals pulite e growl, sprazzi di follia, per quella che è la mia song preferita. La successiva “Till the Morning Light” mostra il lato più alternative e tribale della band statunitense, con influenze derivanti dagli Ill Nino e dai System of a Down, ma partendo da queste sonorità i nostri espandono il concetto di musica alternativa, costruendo una canzone fenomenale, una sorta di ballad estrema, con la calda voce di Taylor Hession, vero punto di forza del combo di Phoenix, a sbraitare come un pazzo nel microfono; da panico poi le linee di chitarra cosi malinconiche e stracariche di pathos.. Ribadisco, sono geniali e anche la title track conferma queste mie parole pur mostrando un’attitudine un po’ più post hardcore, cosi come la successiva “Illumination”, selvaggia e brutale song dal mood apocalittico, una cavalcata verso le viscere della terra. Solo ascoltando “Somnambulist” potrete capire di che cosa stia parlando e quali emozioni sia in grado di sprigionare questo disco: era da tanto, forse dai tempi di “Toxicity” dei SOAD, che non sentivo qualcosa di così avvincente in questo ambito. Magari ci possono essere cose che faranno storcere il naso ai puristi della musica estrema, tipo le vocals al limite del rap in qualche pezzo, ma vi garantisco che di violenza qui ne troverete più che in un disco brutal death, solo che la cosa splendida è che non si tratta di violenza fine a sé stessa, ma di furia controllata, grazie ad ariose aperture melodiche o all’utilizzo del violino (si avete capito bene, un violino che suona questo genere!) che svolge un ruolo cardine in “Just How Far Down Do You Want to Go?” o nel folle finale affidato a “Devil Went Down to Georgia”. Forse vi verrà il diabete ascoltando “Requiem”, ma dopo l’assalto delle prime tracce, vi garantisco che un attimo di tregua, seppur smelenso, ma dotato di grande tensione emotiva, ci sta tutto, poi la voce di Taylor su quell’arpeggio, che delizia... Giusto il tempo di una boccata d’ossigeno e i nostri tornano a spaccarci le ossa con un’altra serie di songs, magari non tanto brillanti quanto le prime, ma che comunque si dimostrano interessanti, per quel loro connubio tra extreme music e quantità di groove industriali. Per ciò che concerne le bonus tracks si tratta in realtà di 4 brani estrapolati dall’album di debutto dell’act dell’Arizona, “Look to the Skies”, che comunque mostrano il lato più hardcore del five pieces. I Sicmonic sono una vera forza della natura, ricchi di talento e idee brillanti, provare per credere! (Francesco Scarci)

(Aural Music)
voto: 85