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giovedì 13 novembre 2014

Prayed and Betrayed - The Abundance of a Sickened Mind

#PER CHI AMA: Swedish Black/Melo Death
Non è mai troppo facile esprimere un giudizio esaustivo su un lavoro che consta di sole tre tracce e dura la bellezza di 11 minuti, ma con i finlandesi Prayed and Betrayed, potrebbe valere il famoso detto "Se il buongiorno si vede dal mattino...". 'The Abundance of a Sickened Mind' lascia infatti intravedere le enormi potenzialità del combo di Jyväskylä, che fondato solo nel 2012, ha già rilasciato un paio di EP ed è in attesa del famigerato full length. "Deafblind" apre le danze dell'EP con le sue chitarre in tremolo picking, pregne di un'influenza che rimane nebulosa nella mia testa e stento a identificare. Forse il sound gelido e tagliente ha un che del secondo album di 'Ancient God of Evil' degli Unanimated, ma poco importa per inquadrare esattamente la proposta dei nostri. Il quintetto finnico ci sparerà infatti in faccia i propri infuocati riff carichi di groove, con le vocals grintose di Tatu Hanhikoski, ad urlare tutto il proprio dissapore verso il genere umano. Da sottolineare nella breve traccia, il favoloso e rockeggiante assolo conclusivo. La band è mostruosa tecnicamente e lo si evince nel lavoro alla batteria di Juho Suomi, vero giocoliere dietro le pelli, mentre acuminati sono i riffoni che emergono dal duo d'asce costituito da Antti Lukkari e Panu Korhonen, loschi figuri che sanno graffiare quando ce n'è il bisogno, come già sottolineato nella opening track, ma anche nella seconda "World Surreal", ottima song in cui convivono le anime estreme dei nostri (melodeath e swedish sound) con un certo feeling rock oriented che si esplica soprattutto a livello degli assoli. La terza e conclusiva title track ha un flavour più doomish: oscura, maligna, le ritmiche sono più cadenzate e una strizzatina agli Insomnium più primordiali è quasi d'obbligo, con le liriche che affrontano temi anti religiosi, a delineare la cattiveria intrinseca dell'act finlandese, che sfocia in un assolo più scarno e ruvido, ma che non intacca minimamente il giudizio fin qui maturato, ma anzi apre ulteriori punti di domanda sul futuro musicale di questi cinque ragazzi e amplifica il desiderio di ascoltare nuovo materiale quanto prima. Notevoli. (Francesco Scarci)