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sabato 18 novembre 2023

Pénitence Onirique - Nature Morte

#PER CHI AMA: Black Atmosferico
Pénitence Onirique atto terzo. Non tanto perché sono tre gli effettivi album rilasciati dalla band transalpina ma anche perché è il terzo lavoro del sestetto di Chartres che recensisco su queste pagine. La band prosegue nel mietere vittime con il proprio sound votato ad un black a cavallo tra il sinfonico e l'atmosferico, il cui minimo comun denominatore, resta comunque un'importante componente melodica. 'Nature Morte' esploderà nel vostro hi-fi con "Désir", una cavalcata epica, potente e violenta, che ancora una volta evoca i fasti dei primissimi Limbonic Art, richiamando anche, nelle parti più sontuose, un che dei Cradle of Filth, e dei conterranei Malevolentia. Semplicemente maestosi. Quello che volevo sentire. Un sound virtuoso e sinfonico messo a servizio di un'intemperanza musicale che a volte sembra addirittura sfociare nel death metal, come accade nella seconda "Les Mammonites", in cui il cantato urlato lascia peraltro il posto ad un pulito diabolico o a un growling decisamente gutturale. I nostri però viaggiano a velocità iper sostenute, senza comunque mai rinunciare alle più che buone linee melodiche. Con il terzo brano, la title track, il misterioso ensemble francese rallenta drasticamente la propria proposta, permeandola di una discreta vena malinconica, in un mid-tempo davvero convincente, che mostra una rinnovata ecletticità anche su ritmiche non troppo sostenute, che consentono al disco di non risultare eccessivamente ripetitivo. Certo, non mancano nemmeno qui le velocità iperboliche nella sua seconda metà, ma il taglio decisamente grooveggiante delle chitarre mescola nuovamente (e in modo vincente) le carte in tavola. Un breve ed obliquo intermezzo strumentale ed è tempo di "Je Vois Satan Tomber Comme l'Éclair", che vince la palma come song con il titolo più lungo, e che torna a palesare la medesima irruenza sonora dell'opener. Si prova a rallentare il treno lanciato a tutta velocità con le atmosfere soffuse dell'incipit di "Pharmakos", ma dopo pochi secondi, i nostri tornano a pestare l'acceleratore, regalandoci ancora ottime melodie, soprattutto grazie al lavoro eccellente delle tastiere e ad un assolo posizionato verso il quarto minuto e mezzo che incanta per pathos e poi via, sparati a tutta birra con le chitarre (ben tre!) che giocano a rincorrersi, intrecciarsi e accavallarsi l'una con le altre, per un disco che trova probabilmente la sua summa nelle note conclusive della lunga "Les Indifferenciés". Questo è un pezzo atmosferico, meditabondo, con un break al quarto minuto ai limiti del post rock, che sembra quasi consegnarci i Pénitence Onirique in una nuova veste artistica. Staremo a sentire che cosa accadrà in futuro. Per ora la progressione sonora sembra andare nella giusta direzione. (Francesco Scarci)

domenica 1 dicembre 2019

Pènitence Onirique - Vestige

#PER CHI AMA: Symph Black
Della serie a volte ritornano nel Pozzo dei Dannati, ecco arrivare il tanto atteso comeback discografico dei francesi Pènitence Onirique, intitolato 'Vestige'. Detto che l'uomo fotografato in copertina somiglia a Jeff Bridges nei panni del Grande Lebowski, del combo della Valle della Loira avevo parlato già molto positivamente in occasione del loro debutto. Sempre supportati dalla Les Acteurs de l'Ombre Productions, la band transalpina sembra qui far addirittura meglio rispetto al passato, senza peraltro stravolgere di una virgola il proprio sound. Sempre di black sinfonico infatti stiamo parlando, un black però di alta qualità che dall'infima e malefica "Le Corps Gelé de Lyse" si giunge alla conclusiva ed epica title track. Detto che l'opener ci dice dell'attuale eccellente stato di forma dell'act di Chartres, "La Cité des Larmes" sottolinea ancora una volta la bravura con cui i nostri riescono a produrre un black metal elaborato, dinamico, atmosferico ma soprattutto estremamente convincente. Il tutto sostenuto da ottime trame ritmiche accompagnate da una grande performance vocale del nuovo arrivato Ebrietas e da un sontuoso lavoro alle tastiere che, per quanto non invasive, contribuiscono ad elevare la qualità dell'opera, che ancora una volta partendo dai vecchi insegnamenti dei Limbonic Art, li fa propri, e anzi li arricchisce di una propria personalità che si esprime appunto attraverso i pezzi già menzionati, ma soprattutto attraverso l'inquieta spettralità di "Les Sirènes Misérables", e di un suono che trasuda spaventosi incubi ad occhi aperti, in particolare nella sua debordante seconda parte. A calmare i tormenti dell'anima, ci pensa fortunatamente la strumentale "Hespéros" che ci regala quasi 180 secondi di delicate melodie mortali, prima che la pura devastazione prenda il sopravvento nelle rimanenti tracce del disco. Si perchè con "Extase Exquise" e a seguire con quello che è stato il singolo apripista, "Souveraineté Suprême", ma anche con la devastante title track, c'è solo da prepararsi al peggio, visto che il quintetto non scherza assolutamente. Ci attendono infatti gli ultimi 20 minuti di melodie malinconiche, blast beat furenti, screaming vocals e splendide atmosfere, che fanno di questo 'Vestige' finalmente un lavoro black di interessanti prospettive. (Francesco Scarci)
 
(LADLO Productions - 2019)
Voto: 77

https://ladlo.bandcamp.com/album/vestige

martedì 27 settembre 2016

Pénitence Onirique - V.I.T.R.I.O.L

#PER CHI AMA: Black Atmosferico, Limbonic Art
Che la parabola musica francese sia in grande ascesa, lo diciamo da tempo e non lo scopriamo di certo oggi. Quello che sorprende è che già dai debut album delle band transalpine, possiamo parlare di miracoli, grandi lavori, musiche ispiratissime od originali e quindi bisogna tributare a queste realtà, l'onore di avere idee chiare e buone fin dagli esordi e all'etichette francesi di puntare sempre sui talenti di casa propria, insomma tutto quello che manca in casa nostra sia nel calcio che nella musica. Gli ultimi arrivati in casa Emanations/Les Acteurs de l'Ombre Productions, sono questi blacksters in erba, che rispondono al nome di Pénitence Onirique, che rilasciano il loro debut intitolato 'V.I.T.R.I.O.L' (qui però mi permetto di fare un appunto su un titolo cosi abusato, Absu o Terra Tenebrosa, per citare le prime due band che mi vengono in mente). Il sound proposto dalla band di Chartres è, come si evince dalle mie parole, un black dinamico, ricco di atmosfere e melodie. "L'Ame Sur les Pavés" è l'opener del disco che palesa nei suoi oltre otto minuti le caratteristiche essenziali del duo formato da Bellovesos (tutti gli strumenti) e Diviciacos (vocals): suoni scarni, tiratissimi, oscuri ma sicuramente carichi in fatto di melodie e ambientazioni, per un risultato che li avvicina a quello di 'In Abhorrence Dementia' dei Limbonic Art, in una commistione tra black lacerante e magiche orchestrazioni, confermate lungo le infinite cinque tracce (tutte tra i 9 e gli 11 minuti) che compongono il cd. "Le Soufre", "Le Sel", la title track, fino alla conclusiva "Carapace de Fantasme Vide" saranno in grado di sommergerci con ritmiche serrate, corredate da blast beat ipersonici, vocals taglienti ma abbastanza risicate nella loro performance, questo per dar maggior spazio ad una musicalità a tratti psichedelica, epica ma comunque sempre evocativa. I testi poi, tutte in lingua madre, trattano tematiche metafisiche, occulte, legate alla vita e alla morte, anche se la mia scarsa conoscenza del francese, non aiuta granché nella lettura e interpretazione dei testi. Quello che stupisce è comunque una maturità già consolidata nel sound dei nostri, capace di mostrare una forte vena malinconica nelle chitarre in tremolo picking, in quelle urla sofferenti o in quei desolati paesaggi dipinti dalla musica dei Pénitence Onirique, che si possono scorgere in "Le Sel" o nella decadente title track che seguirà da li a poco, un'altra arrembante cavalcata di black epico e sanguigno, che avrà modo di dischiudere tremebonde trame doom. Alla fine 'V.I.T.R.I.O.L' è un lavoro davvero buono che, pur non offrendo nulla di particolarmente rivoluzionario, trova modo di offrire una più moderna interpretazione di quelli che furono grandi classici del passato, quali Limbonic Art e primi Emperor, in un maestoso approccio esoterico. (Francesco Scarci)