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domenica 3 ottobre 2010

NeverNight - NeverNight


“There is a time to fight, there is a time to rest, but no one will sleep tonight”
Loro vi hanno avvertito, continuate l’ascolto e vi dimostreranno di mantenere la parola data. E rimarrete sorpresi dal modo in cui riescono a farlo. Gli italiani NeverNight nascono nel 2001 a Montebelluna (TV) da un'idea di Dimitri Salomon (bassista) ed Eric Panazzolo (chitarrista della band fino al 2003). La prima formazione della band registra il demo autoprodotto “Voices from Hell” che raccoglie i migliori pezzi della band. Un cambio dei componenti porta ad una nuova formazione e ad un’evoluzione stilistica che sfocia nell'estate del 2008 con l’entrata in studio di incisione. Nasce il full lenght dal titolo “NeverNight”, nel 2009 i nostri firmano con la "Steelheart Records" che fa uscire l'album nel 2010 ed eccolo tra le mie mani e nelle mie orecchie. Citando un politico contemporaneo “strabuzzo le orecchie!”. Temevo in un prodotto stratosferico per tecnica, ma sempre uguale: timore infondato. Si parte con l’evocativa e oscura “Intro”, da cui è tratta la citazione sopra, che mi ricorda vagamente alcune sonorità anni ’80. Ma il primo vero assaggio della bravura di questi ragazzi è “NeverNight”. Qui ci fanno sentire cosa sono in grado di fare e che cosa hanno davvero in serbo per noi: velocità, tecnica, potenza, versatilità vocale, intensità con un certo riguardo alla melodia. Devo farvi una confidenza, mi sono sentito un po’ orfano di questo tipo di musica ultimamente, sentire questa ottima e coinvolgente produzione italiana mi rende particolarmente felice. Imparata la lezione dei primi “Four Horsemen”, i nostri, la applicano con bravura da vendere e si muovono tra sonorità ora tiratissime, ora più melodiche in una maniera da lasciarmi sbalordito. Devastante l’impatto ritmico di tutto il cd. Andrea Cini (che ha recentemente abbandonato il combo) alla batteria è davvero fenomenale, supportato da un Dimitri Salomon al basso a livelli similmente alieni. I riffoni di chitarra, gli assoli, gli arpeggi di Andrea Collusso sono ottimi, perfetti nell’esecuzione e non banali. Un menzione alla voce del cantante Stefano Bellon, che si dimostra notevolmente duttile passando con una naturalezza invidiabile dal melodico, al growl (vedi “Nevernight), al gridato epic (“The Reaper”) sapendo essere particolarmente sofferta in una traccia come “Prayer”. Tutte queste caratteristiche si fondono in una di quelle rare alchimie dove il tutto è più della somma delle parti. Un disco che mi ha affascinato per la varietà delle track, alcune tipicamente thrash, altre metal, con slanci verso l’epic (“The Reaper”), con cavalcate furiose come “Night of Death” e ballad toccanti come in “Fly”. Quest’ultima, divisa in due parti, emoziona per la melodia raffinata, ricercata e impreziosita dalle tastiere, posta a metà del lavoro, creando una pausa calma ideale per esaltare ancora di più le altre parti molto tirate. Molto ben curati il packaging e l’artwork. Il booklet con tutti i testi delle canzoni è sempre una gioia per i miei occhi. I NeverNight dimostrano di essere a livelli molto alti, per esecuzione, per creatività e per capacità di scrivere canzoni, anche piuttosto lunghe, senza ripetersi. Non nascondo il mio piacere nell’aver ascoltato questa loro fatica: coinvolgente, potente, dalle molte sfaccettature, capace di colpirmi con (quasi) ogni canzone e per nulla scontata. Merce rara al giorno d’oggi. Veramente di buon auspicio questo full lenght. Attendo da loro nuove emozioni! (Alberto Merlotti)

(Steelheart Records)
voto: 75