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venerdì 22 agosto 2014

Labyrinthine - Ancient Obscurity

#PER CHI AMA: Black Doom, Blut Aus Nord
Il black metal statunitense sta vivendo una seconda giovinezza. Nuove leve spuntano ogni giorno nello sterminato territorio oltreoceano, offrendo sonorità, che pur prendendo spesso spunto dalla tradizione europea, vengono poi rivisitate con una più che discreta dose di originalità. Oggi tocca ai Labyrinthine di Philadelphia, da non confondere con la prog band omonima, ma ormai disciolta, dell'Oregon. L'ensemble della Pennsylvania è in realtà la più classica delle one mand band black, dove J.L. si occupa di tutta la strumentazione e delle arcigne vocals. 'Ancient Obscurity' è un album dalle forti tinte depressive, che segue, a distanza di quattro anni, il debut 'Evoking the Multiverse'. Alla luce di un artwork oscuro e disagiato, si muove anche un sound caliginoso, che non trascende mai in velocità ma che talvolta si perde nei vortici della desolazione più assoluta, un incubo ad occhi aperti raccontato dallo screaming agghiacciante del mastermind della East coast. "Enshrined in Death" e la successiva "The Boundless Plane", sono i due pezzi che aprono il disco, lenti e neri quanto la pece, intorbiditi nel loro incedere anche da una produzione non proprio limpidissima ma che rende alla grande l'effetto sfiduciato e sfiduciante che verosimilmente l'artista intende produrre. "Marble and Bone" è una song strumentale dotata di un certo fascino ammaliante ma anche perverso che ci introduce alla feroce e disturbante "The Ichorous Portal" che potrebbe ricordare una forma più rozza dei francesi Blut Aus Nord, che cosi tanti proseliti stanno raccogliendo un po' in tutto il mondo. Arriviamo a "Nexus of the Untold", il mio pezzo preferito, in cui JL ci propone un black dal taglio orientaleggiante, ipnotico e strisciante come la morte. "Accordance" è un altro psichedelico pezzo strumentale che poggia il suo riffing su un vertiginoso loop ritmico che dischiude le porte alla conclusiva "Oath of Divine Doom", ultimo spietato pezzo black doom di un mefitico album che emerge dalle lave profonde dell'inferno. (Francesco Scarci)

(Self - 2014)
Voto: 70