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martedì 10 settembre 2013

La Notte dei Lunghi Coltelli - Morte a Credito

#PER CHI AMA: Punk Rock Hardcore
Rabbia e corde tese, ecco cosa mi suscitano i La Notte dei lunghi coltelli (LNDLC). Questo per farvi capire che non mi interessa particolarmente cosa c'è dietro un progetto, se nasce dalle costole di un altro (Karim qqru dei Zen Circus in questo caso), è stato prodotto dal Papa in persona (in alcuni casi avrebbe dato risultati migliori, credetemi) o registrato nello studio più figo di Londra dove ha vomitato David Gilmur dopo una serataccia. Da tempi immemori, appassionati musicisti spremono il loro sudore, tempo libero e mille imprevisti in un unico concentrato di arte, sperando che qualcuno colga l'essenza del sacro fuoco che arde in loro fino a divorarli. Comporre e scrivere permette di placare questo prurito perenne e ognuno lo fa a modo suo. I LNDLC violentano le parole, i suoni e l'orecchio di chi ascolta, passando dal harcore spinto de "La Caduta" all'electro ambient eccentrico di "Ivan Iljc". La seconda traccia "J'ai toujours été intact de dieu" spicca per il testo francese probabilmente preso da una poesia di Jacques Prevert, ma premetto che la mia ignoranza potrebbe offendere qualcuno quindi chiedo venia... Personalmente ho apprezzato "D'isco deo", che parte già carica di rabbia che trapela dal monologo iniziale, mentre un tappeto di chitarra e synth creano un'atmosfera pronta a lanciare il brano. Questo non succede e dopo cinque minuti ti rendi conto che sei alla fine e comunque il brano ha il suo perchè. Forse il pezzo più intimo e tribale dei LNDLC. L'ultima traccia, che prende il nome dalla band, chiude questa "Morte a Credito" in una specie di outro elettronica, come voler mettere la calma alla fine della tempesta. Idee buone, messe in pratica a modo loro che possono rapire o lasciare indifferenti chi ascolta. (Michele Montanari)