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domenica 14 gennaio 2018

Kultika - Pursuance

#PER CHI AMA: Post Metal/Progressive, The Ocean, Riverside
Ecco una band che ho amato sin dal loro esordio, i rumeni Kultika. Accasatisi presso la Loud Rage Music, il quintetto di Timisoara rilascia un nuovo EP di due pezzi, intitolato 'Pursuance', come apripista ad un nuovo album schedulato per questo 2018. Un bel modo comunque per dire al mondo che la band è presente, è in forma e ha voglia di stupire. "Do You Want To See The Splendor" è la prima song, suadente, rilassata e atmosferica che per più di otto minuti ha modo di offrire le proprie melodie di pianoforte prima e di chitarra poi, attraverso un riffing convinto, riflessivo ed intimista, ed un intreccio vocale tra clean vocals, voci femminili e un growling davvero notevole. I punti di riferimento guardano ai teutonici The Ocean (anche come impianto vocale) soprattutto per quell'alternanza vocale che si muove lungo le ispiratissime linee di chitarra che trovano ancora modo di corazzarsi, gonfiarsi e spingere verso una cavalcata finale quasi al limite del post black, salvata tuttavia da orchestrazioni da brivido. Una song quasi da 10 e lode. Passo ahimè alla seconda e ultima "Unburden Me", un pezzo in acustico che mostra tutta l'eleganza di cui i Kultika sono dotati, complici una splendida voce maschile e delle atmosfere sognanti e raffinate che lasciano intuire una possibile svolta dei nostri verso lidi progressivi che ammiccano a Porcupine Tree e Riverside. I miei complimenti... (Francesco Scarci)

(Loud Rage Music - 2017)
Voto: 80

domenica 2 febbraio 2014

Kultika - The Strange Innerdweller

#PER CHI AMA: Post Metal, Isis
La pila di cd sopra la mia scrivania aumenta inesorabilmente giorno dopo giorno, tuttavia come perdere l'entusiasmo di recensire nuove band se tra le mani poi mi capita di avere dischi come 'The Strange Innerdweller', che non fanno altro che aumentare la mia linfa vitale e spingermi a scrivere e scrivere ancora. Avrete capito da questo mio cappello introduttivo che apprezzo e non poco questi neo arrivati Kultika. La band di Timisoara si fa promotrice di un sound dedito al post metal che strizza l'occhiolino inevitabilmente ai soliti act, Isis e Cult of Luna, su tutti, ma lo fa con una personalità ed un gusto del tutto fuori dal comune. Poco importa se i nostri ci annichiliscono con le loro sette tracce per un concentrato che sfiora di poco i sessanta minuti. I contenuti di questo lavoro si riveleranno elevatissimi. “Rising from the Sea” mette immediatamente in luce i punti di forza di questo disco: produzione maestosa, suoni vibranti pieni di pathos, con le vocals di Jack e Bruno che si alternano tra un profondo growling e vocalizzi puliti e le atmosfere che alternano tempeste elettriche a frangenti acustici dai riverberi notturni. Ecco la pelle d'oca alzarsi sulle mie braccia, indice che 'The Strange Innerdweller' mi piace davvero molto e segno inconfutabile che la mia valutazione si assesterà su un ottimo 8,5. Vivaci, brillanti, energici, i Kultika a mio avviso hanno già una maturità da veterani. Aggiungete poi che l'accattivante veste grafica del cd, dona quel tocco di classe che mi obbliga a imporvi di dare una grande possibilità a questo disco. Scorrendo velocemente i titoli, posso dirvi che “Insects” è una song dalla duplice anima, in cui emerge anche una certa influenza di “tooliana” memoria, in cui non posso che mettere in luce l'eccellente bagaglio tecnico dell'act rumeno, e apprenzando enormemente il loro inusuale gusto melodico. Una canzone da quasi 10 in pagella. “Water” ha un ipnotico rifferama rock venato di sfumature doom; la title track è contraddistinta da ondeggi arabeschi contornati da suoni di ispirazione space rock che confermano la notevole ispirazione dei nostri. Echi psichedelici fuoriescono in “Cries of Eiram”, dove ancora si incontrano e scontrano le anime del post rock, doom e sludge in un vortice catartico di suoni meravigliosi che danzano sinuosi davanti ai miei occhi. Con le ultime due tracce preparatevi ad affrontare altri 21 minuti di musica, che forse hanno il solo difetto di risultare talvolta ridondante. Evocazioni notturne, vocals graffianti e una costante percezione malinconica chiudono un lavoro che farà la gioia di tutti gli amanti di sonorità post, che piangono ancora la dipartita dei monster Isis. Saranno forse i Kultika a raccoglierne lo scettro? Ebbene, io lo auspicherei... (Francesco Scarci)

(Self – 2013)
Voto: 85

http://www.officialkultika.com/