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lunedì 2 aprile 2012

Klimt 1918 - Dopoguerra

#PER CHI AMA: Gothic Dark, Novembre
Il talento non lo puoi comprare. Puoi affinare la tecnica o infarcire il tuo stile di elementi che rendano la proposta musicale sempre fresca e al passo con le attuali tendenze, ma il talento no, non lo puoi acquisire con il tempo, né spendendo ore e ore in sala prove e nemmeno cercando di rincorrere un filone particolarmente fortunato. Quel che è certo è che i Klimt 1918 di talento ne hanno da vendere. Già in “Undressed Momento” ne diedero una prova, confezionando un lavoro che sarebbe alquanto banale e riduttivo apostrofare semplicemente come stupendo. Oggi, con il loro secondo album in studio i quattro musicisti romani rinconfermano tutta la loro classe, consegnandoci tra le mani un altro gioiello di musica nostalgica, intensa, profondamente ispirata. E se “Undressed Momento” non aveva tenuto nascosta la fascinazione dei Klimt 1918 per il suono di Tears For Fears e The Police, “Dopoguerra” rende ancor più manifeste tali influenze, rafforzando quel legame con la wave anni '80 attraverso retaggi pop già ampiamente percepibili nel debutto e altri più rock, posti quasi a rievocare il fantasma dei primi U2 (soprattutto nelle linee melodiche di chitarra). Ma, sia ben chiaro, “Dopoguerra” non è un album costruito sulle citazioni e l'attaccamento che il gruppo continua ad esternare per certe sonorità non ha precluso l'evolversi di uno stile personale e riconoscibile. Ciò che mi colpì dei Klimt 1918 all'epoca dell'esordio fu la loro maturità compositiva, ma oggi il gruppo si dimostra ancor più disinvolto e smaliziato nella stesura dei brani, riuscendo a gestire con perfetta maestria ogni componente del proprio suono, a partire dalla voce garbata e passionale di Marco Soellner, fino ad arrivare alla sezione ritmica, che merita una menzione particolare per la scelta più che fantasiosa di ogni singolo passaggio di batteria. Difficile, all'interno dell'album, individuare un brano che spicchi sui restanti, anche perché se “Nightdriver” e “Lomo” possono sembrare i brani più riusciti ed emozionanti, altri episodi come “Snow of '85”, “Rachel” e la conclusiva “Sleepwalk in Rome” rivelano la loro bellezza solo dopo un ascolto ripetuto. “Dopoguerra” si presenta, dunque, come un lavoro durevole e non immediatamente assimilabile, perciò sono quelli che io amo definire climax sonori ad entrare subito in testa e solleticare l'attenzione durante i primi ascolti, mentre le sfumature più nascoste si riescono a cogliere solamente con il tempo e le si apprezza con crescente trasporto man mano che l'album diventa "nostro". Sortire quest'effetto è una prerogativa di pochi o, meglio ancora, è la prerogativa dei Grandi. (Roberto Alba)

(Prophecy Productions)
Voto: 90

domenica 11 marzo 2012

Klimt 1918 - Undressed Momento

#PER CHI AMA: Dark Gothic, Novembre
Cosa dire di questo album se non che si tratta di un lavoro perfetto! Potrà sembrare sbrigativo liquidare in questo modo “Undressed Momento”, eppure vi assicuro che l'album mi lasciò di stucco e fatico quasi a trovare le parole per descriverlo, tante sono le emozioni che mi travolsero durante l'ascolto. Avevo conosciuto i Klimt 1918 un paio di anni prima di questo lavoro (era il 2001!) con il loro demo “Secession Makes Post-Modern Music” e già in quell'occasione penso si intravedessero delle doti non comuni nel gruppo romano, ma è proprio con “Undressed Momento” che il quartetto dimostra tutta la sua bravura. La band infatti non si è limitata a seguire la lezione impartita dai propri gruppi ispiratori ed ha rielaborato certe influenze metal in una collezione di ottimi brani dallo stile personale e dai contorni definiti. Gli echi di Edge of Sanity e Novembre si fanno ancora sentire, ma questa volta rimangono latenti nel songwriting e si accompagnano a sfumature pop prossime a Tears for Fears e The Police. Ciò che vi colpirà immediatamente appena verrete a contatto con “Undressed Momento” è la maturità della proposta musicale, cosa che personalmente trovo stupefacente se ripenso che il gruppo era al suo debutto. Quella perfezione compositiva che una band come i Novembre ha raggiunto attraverso quattro album pare infatti sia già una ben affermata qualità dei Klimt 1918. Cito i Novembre perché le due band hanno più di un punto che le accomuna, senza poi dimenticare che proprio Giuseppe Orlando e Massimiliano Pagliuso appaiono come guest-musician nel cd. Mentre la musica dei Klimt 1918 si diffonde nella stanza, posso allora riconoscere le stesse deliziose vibrazioni che album come “Wish I could dream it Again” e “Arte Novecento” mi avevano trasmesso qualche anno prima. Parlo di melodie fragili e carezzevoli che, accompagnate dalla bella voce di Marco Soellner, descrivono gesti di intima delicatezza, parlo di chitarre vibranti, come morbidi cerchi concentrici che si propagano lentamente nell'acqua. Tutto in questo album porta ad uno stato di immobile attesa e di attonita contemplazione. Sono attimi interminabili, interrotti solamente dai sussulti di un cuore inquieto. Tra le sagome incerte di un dipinto scorgo i guizzi vitali della passione, gli inganni di un sentimento acerbo che si dissolve e la musica di “Undressed Momento” accompagna queste immagini prima con dolcezza... poi con veemenza. Rimango estasiato davanti alla sorprendente facilità con cui i Klimt 1918 sanno emozionare e lascio che i colori tenui della loro musica si diffondano attorno a me, a confortarmi nelle mie notti più solitarie. (Roberto Alba)

(My Kingdom Music)
Voto: 90