Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Infection Code. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Infection Code. Mostra tutti i post

mercoledì 23 aprile 2014

Infection Code - Fine

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Industrial Noise Rock, Neurosis
Mi giunge, purtroppo in un misero cd-r, 'Fine' ultima fatica in ordine temporale degli alessandrini Infection Code, in attesa del nuovo 'La Dittaura del Rumore' in uscita a giugno per Argonauta Records. Il platter si apre con l'ipnotica "Varnish" che mostra una voce e un drumming ripetitivo sorretti da un tappeto di effetti rumoristici che accompagna l'arrivo di "All Colours", traccia abbastanza anonima ed isolata dal resto dell'album. La successiva "Grey" è la traccia più prolissa del disco a trasmettere una quiete mistica dove sono continuano a essere protagonisti i sintetizzatori che cullano l'ascolto grazie alla loro modulazione. La seconda parte del disco presenta tracce monotone e ripetitive come l'industriale "Collapse of the Red Side" e la sconclusionata a tratti fastidiosa "Black Glue", mentre la cover dei CSI "Cupe Vampe" non è memorabile. L'opera si conclude con "Painting My Life", composizione interessante che si fonda essenzialmente sull'elettronica e sulle vocals, capace di offrire una distinta atmosfera e una buona trasformazione finale. In sostanza questo 'Fine' è un album relativamente piatto, dove solo pochi spunti riescono a risaltare sul complesso. (Kent)

(New LM Records - 2010)
Voto: 55

sabato 16 giugno 2012

Infection Code - Intimacy

#PER CHI AMA: Noise/Post Hardcore, Today is the Day, Godflesh
“Pensavo che l’amore fosse un sentimento che…” Così esordisce questo stralunato lavoro degli Infection Code, che ha visto addirittura la band recarsi a San Francisco per il mixaggio, la masterizzazione e la produzione di “Intimacy”, sotto la supervisione di Billy Anderson (Neurosis, Eyehategod, Brutal Truth). Il quarto lavoro dei nostri, registrato presso i Nadir Studio di Tommy Salamanca, si rivela decisamente l’album più intimista e sperimentale mai creato prima d’ora: dall’iniziale “(E)motionless” infatti, si capisce subito che tra le mani non abbiamo qualcosa di puramente convenzionale. Per chi segue la scena post hardcore, il nome che per primo può venire alla mente è quello dei Jesu, in una versione però più selvaggia, brutale e oscura. Le sonorità contenute in “Intimacy” possono ricordare i suoni sintetici dei primi Ministry, ma non solo, perché “Bleeding” mi riporta alla mente certe sonorità punk-dark tanto in voga nei primi anni ’80, una sorta di Fields of the Nephilim in acido. Le influenze dei nostri, in questa claustrofobica release, non si fermano tuttavia qui: sludge, psichedelia e industrial si fondono in questo magnetico lavoro, che sicuramente farà la gioia anche dei fans di Mastodon, degli amanti degli schizoidi ed imprevedibili Fleurety, nonché per chi adora le angoscianti atmosfere dei Neurosis. Album pazzesco, questa release degli Infection Code, che per i primi 300 fortunati aveva previsto anche in un vinile colorato. Altra chicca imperdibile è la versione claustrofobica di “Heart Shaped Box” dei Nirvana, rivista in chiave industrial/cibernetica con la voce malata di Blood a dare quel tocco di follia che non guasta, mentre una serie di sampler la rendono, nella parte finale, quasi irriconoscibile. Abbandonati gli esordi industrial death/grind, gli alessandrini Infection Code ci regalano un gran bel lavoro, speriamo solo che la gente abbia la mente abbastanza aperta per capirlo; fortemente consigliato a chi ama la sperimentazione e l’avantgarde. Pazzoidi! (Francesco Scarci)

(Beyond Productions)
Voto: 80