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domenica 11 ottobre 2015

Evoke Thy Lords – Boys! Raise Giant Mushrooms in Your Cellar!

#PER CHI AMA: Stoner/Sludge/Doom/Psych
Terzo lavoro per il quintetto siberiano, e successore di quel 'Drunken Tales' che nel 2013 ne aveva sancito la svolta stilistica da un death piuttosto convenzionale a uno stoner-doom dalle forti componenti psichedeliche, accentuate dalla presenza in formazione di un flauto traverso. Come si può facilmente evincere dal titolo dell’abum e dall’artwork, in questo nuovo album gli Evoke Thy Lords hanno intenzione di proseguire su quella strada, accentuando le componenti lisergiche del loro suono. Nel 2013 concludevo la mia recensione di 'Drunken Tales' mettendo in guardia su un possibile appiattimento del suono una volta esauritosi l’effetto sorpresa dovuto allo straniamento dato dall’accostamento di mondi musicali apparentemente distanti, ma il pericolo è, per il momento, scongiurato. Questo 'Boys!' (non vi dispiacerà se abbrevio il titolo chilometrico) rappresenta anzi un’ulteriore evoluzione della formula, in cui la compenetrazione tra la componente doom e quella psichedelica si fa piú profonda e meno naif. Il disco mette in fila sette lunghe tracce in cui l’equilibrio tra gli elementi è sapientemente dosato. I riffoni ultra-ribassati e rallentati, accompagnati da growl vocals gutturali, ben si incastrano con le dilatazioni space rock in cui fa capolino, qua e là, una voce femminile a fare da contraltare melodico. Secondo me, un deciso passo avanti rispetto al predecessore, che oggi appare acerbo in confronto. Qui c’è una visione piú chiara ed è aumentata anche la consapevolezza nei propri mezzi e della direzione da seguire. Brani migliori? Difficile scegliere. Direi però che “I Want to Sleep” e “Human Thoughts as a Weapon” riescono a sintetizzare alla perfezione la proposta dei russi, tra desert rock e doom metal. Ottimo lavoro, in grado di piacere tanto ai doomster piú cruenti quanto agli amanti dello space rock di matrice stoner. (Mauro Catena)

(Solitude Productions - 2015)
Voto: 75

sabato 8 giugno 2013

Evoke Thy Lords - Drunken Tales

#PER CHI AMA: Stoner, Sludge, Doom, Post-rock
Se vi chiedessi di pensare all’ultimo strumento che vi aspettereste di trovare nella formazione stabile di una band stoner-doom, credo ci siano buone probabilità che la risposta possa essere “il flauto”. Ecco quindi un primo motivo di interesse che spinge all’approccio con questo combo siberiano, al loro secondo lavoro dopo, come si legge nelle note disponibili in rete, una longa pausa che ha portato ad un radicale cambiamento nel suono, partito da basi di doom/death melodico, per approdare al curioso e originale ibrido racchiuso in questo cd. Già la copertina ha un che di allucinatorio, con un astronauta – tributo nemmeno troppo velato ai grandissimi Sleep – intento a prendersi una solenne sbornia seduto a un bancone di cui voi siete il barista, che sembra sul punto di raccontarvi la propria vita. Quello che si ascolta nel corso dei quattro lunghi brani che compongono il lavoro è un mix inaudito di classici riffoni stoner-doom (l’opener “Routine of Life”), parentesi bucoliche e quasi trance, dominate dall’effetto straniante del flauto (“Dirty Game”), e digressioni post rock lente e circolari (“Dregs”). A complicare le cose ci si mette una cantato growl ultratombale, tenuto però ben sepolto nel missaggio, tanto che l’impressione finale è quella di avere a che fare con un disco strumentale. Detto così mi rendo conto che potrebbe sembrare un pasticciaccio, ma ben presto vi sorprenderete ad abbandonarvi al flusso ipnotico che sgorga dai vostri speaker, trasportati da una corrente lisergica e multiforme. Rimane da dire di una bonus track (“Cause Follows Effect”), anch’essa molto lunga, che si distacca dall’atmosfera del resto del disco (e risulta anche meno interessante, almeno per i miei gusti) rimanendo ancorata a stilemi doom/death più classici, nella quale il cantato cavernoso è affiancato da suggestive voci femminili e tappeti tastieristici. In definitiva, quindi, un lavoro molto originale, nel quale forse è insito il pericolo che l’effetto sorpresa si esaurisca in fretta, costringendo la band russa ad aggiustare nuovamente il tiro in futuro. Ma per il momento va bene così. (Mauro Catena)

(Solitude Productions, 2013)
Voto: 70

http://evokethylords.bandcamp.com/