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mercoledì 8 gennaio 2020

Evadne - Dethroned of Our Souls

#PER CHI AMA: Death Doom, Draconian, Officium Triste
Tra le mie prime recensioni qui sul Pozzo, c'è quella degli Evadne relativa a 'The Shortest Way', secondo album per la band spagnola. Da quel lontano 2012, l'ensemble si è riaffacciato sulla scena solo con un EP ed un altro full length, datati rispettivamente 2014 e 2017, un po' pochino mi verrebbe da dire. Le idee devono poi iniziare a scarseggiare se il quintetto di Valencia se ne esce ora con una compilation dopo soli tre album. 'Dethroned of Our Souls' è appunto il titolo della raccolta che include peraltro una cover degli Officium Triste ("Like Atlas"), un paio di featuring ed una live session. Il disco apre con "Bleak Remembrance", song contenuta sia nell'EP 'Dethroned of Light' che nel loro demo d'esordio, che vede nella nuova versione la partecipazione di J.F. Fiar, leader dei Foscor. La proposta dei nostri non è affatto male se si considera che è un death doom estremamente melodico ed atmosferico che strizza l'occhiolino proprio agli Officium Triste o ad altre realtà tipo Draconian e When Nothing Remains, soprattutto quando nella seconda song, "Awaiting", fa la comparsa la delicata voce di Natalie Koskinen, cantante dei Shape of Despair che apporta quel tocco gotico sinfonico al lavoro. In "The Wanderer" (inclusa insieme ad "Awaiting" nell'EP) i toni si fanno più cupi a livello generale, ma non mancano i momenti acustici e onirici che rendono comunque l'aria soave ed eterea. È già tempo di "Like Atlas" che ripercorre quasi fedelmente l'originale degli olandesi volanti, con quell'incedere lento e drammatico. Si arriva a "Colossal" e francamente non comprendo la scelta di mettere una live session in un contesto completamente da studio, non credo volessero farci apprezzare la loro bravura dal vivo, soprattutto perchè con "Colossal" nel formato originale, avremo avuto sia l'EP che il demo completi in questa raccolta, ma a questo punto sorge un'altra domanda, ossia che necessità c'era di mettere le due versioni di "Bleak Remembrance" (lo si capirà solamente ascoltando le due versioni che sembrano totalmente differenti)? A parte queste stravaganti scelte strategico-musicali, il disco offre uno spaccato interessante su dei lavori che in realtà risultano facilmente reperibili sul web. Chissà pertanto quale mossa, per cosi dire commerciale, si celi dietro a quest'uscita, riesumare vecchi lavori, dire al mondo che la band è ancora viva e vegeta o che altro? A parte queste domande esistenziali, lasciatevi sedurre dal death doom degli Evadne, dopo tutto, sono una di quelle band che sa ancora far emozionare, anzi qui dimostrano che erano in grado di farlo già una quindicina di anni fa quando tra tastiere, violini e female vocals, potevano quasi essere ascritti tra i pionieri del genere, chissà semmai se sono ancora in grado di farlo oggi, eccolo l'ultimo dubbio ad assalirmi. (Francesco Scarci)

mercoledì 19 settembre 2012

Evadne - The Shortest Way

#PER CHI AMA: Death/Doom, Draconian
Ancora Solitude Productions ad allietare quest'ultimo scampolo d'estate, che nonostante i vari Caligola o Nerone, ha ormai assunto i connotati di una gelida stagione invernale. Arrivano questa volta dalla Spagna i nuovi interpreti del death doom europeo, con quello che rappresenta il loro secondo lavoro, “The Shortest Way”. Gli Evadne sono l’ennesima buona band in questo sempre più affollato panorama, in grado di proporre un sound cupo, atmosferico e al contempo epico e maestoso, che vede anche negli svedesi When Nothing Remains, un’altra preziosa e valida alternativa. Anche qui come per i colleghi svedesi, l’influenza principale rimane quella dei Draconian, con un sound sicuramente meno statico, rispetto a quello dei colleghi oltre la ex cortina di ferro, pregno comunque di mestissime melodie, cosi come il genere richiede, ricco delle consuete ed ormai immancabili parti acustiche che creano quelle strazianti atmosfere e dalle ferali e profonde growling vocals, che in taluni casi (l’inizio di “This Complete Solitude” o di “Gloomy Garden”), non disdegnano neppure il cantato pulito, che contribuisce sicuramente a donare ancor più tristezza ad un lavoro che al termine delle sue otto lunghe tracce, non fa che lasciarmi con un tormento nell’animo. Bravi da un punto di vista compositivo, abili come musicisti, intelligenti nel miscelare il death doom più depresso con accelerazioni più death oriented, quasi a ridestarmi dall’ascolto ormai intorpidito e soffocante delle sue tracce, gli Evadne si confermano eccellenti esponenti di una scena in continuo fermento. Però vi prego, ora lasciatemi tornare in spiaggia a lanciarmi nella mia ultima “Macarena” estiva, l’inverno può pure aspettare… (Francesco Scarci)

(Solitude Productions)
Voto: 70

http://www.evadne.es/