Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Equal Minds Theory. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Equal Minds Theory. Mostra tutti i post

sabato 26 maggio 2012

Equal Minds Theory - Equal Minds Theory

#PER CHI AMA: Mathcore, The Dillinger Escape Plan
Non è mai cosi semplice recensire album di simile fattura, quei lavori che dall’inizio alla fine ti stravolgono il proprio io e lo riducono in poltiglia, facendoti perdere il senso della realtà e catapultandoti in mondi estranei, fatti di luci e suoni indescrivibili. Di solito questo genere di suoni, arrivano da oltre oceano, mentre quest’oggi, mi ritrovo a recensire una band proveniente dalla madre patria Russia. Signori, ecco gli Equal Minds Theory, quintetto dedito ad un math/grind core, che a parte nella sua inquietante intro, la classica calma prima della tempesta, poi si prende gioco di noialtri, poveri incauti ascoltatori e per poco più di 35 minuti ci massacra con songs tiratissime, schizoidi (l’attacco di “Oceanbound” è da paura), canzoni in acido che hanno il grandissimo pregio per lo meno di interrompere qua e là il proprio impeto belligerante e piazzare dei break salva vita. Ma non contateci molto, perché comunque per avvicinarsi a questo prodotto, bisogna essere assolutamente degli amanti di questo difficoltoso sound che fa di scorribande in territori grind, hardcore, crust e post-core, il proprio inconfutabile credo. A nulla servono gli inserti cibernetici dei synth, la musica degli Equal Minds Theory rappresenta una minaccia per il pianeta terra e la prerogativa principale per proporre una simile offerta, è quella di essere dei musicisti esagerati, abili a viaggiare a velocità sostenute, a divincolarsi in generi che fuoriescono dalla normale definizione di metal (psichedelia, progressive, visual, space rock, colonne sonore), devono essere imprevedibili (splendida “The Nomads” a tal proposito), mostrare una tecnica eccelsa per poter giocare sulle accelerazioni/stacchi e rallentamenti mostruosi (il batterista proviene da un altro pianeta, deve avere decisamente una forma tentacolare) e avere un vocalist costantemente in acido (ottima performance). Insomma, per farla breve, l’album omonimo dei russi Equal Minds Theory non vi annoierà di certo, un po’ come andare in barca: vira, stramba, il tutto però effettuato alla velocità della luce. Ubriacanti! (Francesco Scarci)

(Self)
Voto: 75