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sabato 19 aprile 2014

Edenian - Rise of the Nephilim

#PER CHI AMA: Death Doom Gothic, Draconian
Edenian atto II. Dopo la risicata sufficienza di 'Winter Shades' del 2012, ecco arrivare il come back discografico degli ucraini, fuori sempre per la BadMoonMan Music, per vedere di risollevare una prima prova non proprio memorabile, almeno per il sottoscritto. Ci si ritrova come al solito, al cospetto di un death doom dalla forti sfumature gotiche, in cui però ci sono delle novità da sottolineare, almeno a livello di line-up. Fuori il pessimo vocalist Volodymyr Tsymbal e la donzella Samantha Sinclair, e dentro Valery Chudentsova con le growling vocals affidate al mastermind Eternal Tom, che gestisce pure l'intero impianto strumentale dei nostri. Questo smottamento interno deve aver fatto bene al duo di Kharkiv, che con 'Rise of the Nephilim', vede migliorare la propria proposta. Sia chiaro che a livello musicale non c'è nulla di nuovo, bensì si continua a portare avanti un discorso già impostato con il precedente lavoro, ossia un sound che ricalca quello di Draconian e Swallow the Sun, affidando il compito di non far annoiare i fan, alle ottime melodie e alle eteree vocals femminili. Ecco, forse il cambio a livello di voce femminile, non ha portato i benefici auspicati, in quanto il suadente modo di cantare di Valery alla lunga stanca o stona (si ascolti "Nearer my Love to Thee" a tal proposito), mentre molto più convincente è il growling catarroso di Eternal Tom. Difficile poi elevare una song piuttosto di un'altra, in quanto un po' tutte si assomigliano o meglio assomigliano a quelle dei colleghi nordici ben più famosi. Tuttavia posso permettermi di dire che il sound di questo secondo lavoro risulta più articolato e apprezzabile, complici i buoni arrangiamenti e un ben più elevato songwriting. Un piccolo passo in avanti è stato fatto, ne attendo altri per il futuro. (Francesco Scarci)

(BadMoodMan Music - 2013)
Voto: 65

mercoledì 5 settembre 2012

Edenian - Winter Shades

#PER CHI AMA: Gothic/Doom, Draconian

La casa discografica, la copertina del cd (una donna di schiena in un paesaggio innevato), la provenienza della band (Ucraina) e le note iniziali di questo lavoro (soavi tocchi di pianoforte), preannunciano già quello che mi devo aspettare dall’ascolto di “Winter Shades”. Lo avrete capito anche voi, ne sono certo. Gli Edenian sono gli ennesimi esponenti di una scena, che sta per esplodere per quanto sia intasata. Se qualche anno fa, il metalcore e suoi derivati avevano saturato il mercato con migliaia di uscite, ora è il death doom e derivati più estremi (funeral o depressive) ad andare per la maggiore. Devono essere fieri My Dying Bride, Paradise Lost e Anathema ad aver avviato un movimento che ha avuto cosi presa, a quasi vent’anni dalla sua nascita. E il combo ucraino in questione deve essere rimasto ammaliato dalla performance dei maestri inglesi, proponendo infatti un lavoro di death doom melodico, che oltre alle succitate band, si ispira anche alla seconda ondata di death doom band, Draconian e Swallow the Sun, avendo tra le sue fila (ma anche gli Anathema l’avevano) la componente “angelica” di una voce femminile, quella di Samantha Sinclair, che fa da canonico contraltare alle growling (e pessime cleaning) vocals dei due vocalist, Alexander e Volodymyr. Insomma tutti i clichè del genere sono racchiusi nelle note di “Winter Shades”, un lavoro che ha ben poco da chiedere in fatto di originalità. Per carità, gli amanti del genere, saranno contenti sapere che una nuova realtà in ambito death doom (e anche gothic, visti i chiari riferimenti ai Tristania) malinconico, popoli il panorama metal; io ne avrei fatto sicuramente a meno. Suggerirei infatti alla Solitude Productions e sublabel di dare meno spazio alla quantità, ma di focalizzarsi maggiormente sulla qualità, che nell’ultimo periodo è andata un po’ scemando. Ultima curiosità dell’album, è che il brano “The Fields Where I Died” si apre con la narrativa vocale di David Duchovny, “superoe” di “Californication” e in passato l’agente Fox Mulder di X-Files. Ma che diavolo ci fa in una release di questo tipo, mi domando. Per concludere, gli Edenian sono ancora una band acerba, che, se vorrà raggiungere determinati obiettivi, dovrà lavorare sodo per scrollarsi di dosso, le innumerevoli e palesi influenze a cui sono soggetti. Sufficienza risicata raggiunta, ma per il momento, niente di più. (Francesco Scarci) 



(BadMoodMan Music) 

Voto: 60