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mercoledì 19 dicembre 2012

Blut Aus Nord - 777 Cosmosophy

#PER CHI AMA: Black Psichedelico
E il triangolo si chiude, si il triangolo magico che si era aperto un anno e mezzo fa con “777 - Sect(s)”, era proseguito con “777 - The Desanctification” ed ora trova la sua degna conclusione con “777 - Cosmosophy”, a chiudere la trilogia mortifera di una delle mie band black preferite in assoluto (se ancora possiamo definirli in tal senso). La band transalpina torna con un altro eccellente lavoro, in cui Vindsval e soci, giocano a portarci al culmine della follia, non tanto per l’utilizzo di ritmiche funamboliche o incontrollabili, da cui anzi siamo lontani anni luce, ma grazie ad una personalissima visione musicale. Il “Sangue dal Nord” ancora una volta ci prende per mano, trascinandoci nel proprio personalissimo incubo, fatto di melodie stranianti, disarmoniche e che non fanno parte affatto, di questo mondo. Spiritualità, esoterismo ed ascetismo, rappresentano ancora le chiavi di lettura per il nuovo lavoro dei Blut Aus Nord ed “Epitome XIV” ne è la prima esaltante testimonianza: una musica aliena, sensuale, sognante ed infine disturbante, il cui finale, è affidato ad un sorprendente climax ascendente fatto di alchimie misteriose, che mi regala uno degli attimi, musicalmente parlando, più intensi e vibranti della mia vita. Estasiato da questa visione, e corrotto dalla successiva “Epitome XV” e del suo cyber noise, mi lancio all’ascolto della maligna ed oscura “Epitome XVI”, che sembra voler ricalcare la produzione più tenebrosa del trio francese. Ci pensa poi la splendida ed eterea “Epitome XVII” a riconsegnarmi quella pace che pensavo perduta per sempre. In questo caso, i nostri sembrano orientare il loro sound alle ultime performance dei norvegesi Manes, con suoni cristallini, vocals pulite ed atmosfere rilassate affidate ad uno splendido lavoro di synth e chitarre, che mi fanno pensare alle precedenti produzioni della band della Normandia, come ad un lontano ricordo. Ma era inevitabile accadesse, perché è scritto nel DNA di questa formidabile band, che ogni qualvolta esce con un disco, ha un messaggio da consegnarmi ed io inevitabilmente, sento l’impellente necessità di condividerlo con tutti voi. “Epitome XVIII” chiude questo splendido capitolo della discografia dell’ensemble francese, tornando a minacciarmi con il suo incedere marziale, in una sorta di diabolica e potente reiterata formula sonora spirituale che ha la capacità di penetrare nella mia anima per portarmi ad un grado di spiritualità superiore. Metafisici. (Francesco Scarci)

martedì 6 novembre 2012

Blut Aus Nord - What Once Was... Liber II

#PER CHI AMA: Black/Dark/Avantgarde, Deathspell Omega
È risaputo ormai, non mi nascondo più, sono un grande fan dei Blut Aus Nord, ed ogni qualvolta c’è una qualche release della band francese, sento un impulso partire dal mio corrotto animo oscuro, che spinge le mie dita a scrivere qualcosa. Non mi sottraggo pertanto neppure questa volta che vedo apparire un vinile dei miei eroi, il secondo capitolo di “What Once Was…” dopo il “Liber I”, uscito nel 2010. I due pezzi, uno per lato, della ugual durata di minuti 14:24, propongono tutto il meglio (o il peggio) che la band transalpina ha da proporre, trascinandoci per i capelli e con somma furia, nell’ultimo dei gironi infernali, con il suo sound decisamente malato, mortifero, fatto di gelide, sovrannaturali e ripetitive chitarre, accompagnato dall’alieno quanto mai furioso blast beat, da vocals disumane, melodie funeste e dal riverbero di spettrali voci, che arrivano direttamente dall’oltretomba. I Blut Aus Nord non si smentiscono neppure questa volta, offrendo un sound da incubo, terrificante, da farmi raggelare il sangue nelle vene, che imperterrito, continua a mietere vittime, senza curarsi di mode o influenze, se non proseguendo un discorso di espletazione della malvagità insita nell’animo di questi musicisti, un discorso iniziato qualche manciata di lustri orsono, in compagnia di un’altra creatura diabolica, i Deathspell Omega. E io li adoro, non so darvi una spiegazione razionale del perché di tutto questo, so che tutta questa primordiale cattiveria nasce nell’antro del mio marmoreo cuore, cresce, esplodendo in un conato di rabbia e odio, che si espia attraverso l’ascolto dei maledetti lavori di questi satanassi. Inutile entrare nel dettaglio di queste due tracce, i “Sangue dal Nord” si amano o si odiano, l’ho sempre detto. E io li amo… (Francesco Scarci)

(Debemur Morti) 
Voto: 70

sabato 17 dicembre 2011

Blut Aus Nord - 777 The Desanctification

#PER CHI AMA: Ritualistic Black Avantgarde, Ambient
Devo recensirlo, sento il suo richiamo, è come una droga che si insinua nel cervello, spazzando via ogni brandello di materia cerebrale che popola quanto contenuto all’interno della scatola cranica. I Blut Aus Nord sono dei maestri del male, dei prestigiatori, degli illusionisti, dei pazzi furiosi, abili nell’arte dell’ipnosi con quel loro sound malato, oscuro e magnetico. E “The Desanctification”, come il suo predecessore, in questa psicotica trilogia non è da meno. È un album cervellotico, cerebrale, se volete anche glaciale, che manderà in confusione i vostri centri nervosi, i vostri sensi e tutta un tratto vi troverete catapultati nel peggiore degli incubi. Si perché proprio partendo dalla iniziale “Epitome VII”, che riprende là dove “777 Sect(s)” aveva terminato in modo incompleto, appunto come se lasciasse presagire che qualcosa d’altro sarebbe arrivato, a distanza di sette mesi ecco giungere a sconquassarmi la vita un altro imprevedibile lavoro di black metal d’avanguardia, atmosferico, straniante, tormentato, controverso, alchemico, sperimentale, schizofrenico, onirico, stralunato, dissonante, melodico, e ancora tutto e il contrario di tutto. Un lavoro che ancora una volta mostra tutto il valore di una band che da quasi vent’anni ci stupisce di release in release con lavori disorientanti, bizzarri, strampalati, privi di una logica ben precisa, che spinge anche il sottoscritto ad esprimersi in modo decisamente caotico nella recensione dei loro dischi, il cui unico obbligo alla fine è semplicemente quello di farlo vostro e custodirlo gelosamente nella vostra collezione di cd. Se amate i Blut Aus Nord fidatevi ciecamente delle mie parole, anche se rispetto al passato “The Desanctification” si rivela meno selvaggio e ancora più votato alle sperimentazioni cyber industriali. Chi non li conoscesse, beh vi suggerisco di partire da questo lavoro e andare lentamente in modo retrogrado a scoprire le precedenti uscite di una delle band più entusiasmanti dell’ultimo decennio. Ora attendo il terzo capitolo di questa sorprendente trilogia. Caldamente glaciali! (Francesco Scarci)

(Debemur Morti Prod.)
Voto: 90

sabato 12 novembre 2011

Blut Aus Nord - 777 Sect(s)

#PER CHI AMA: Black Avantgarde, Deathspell Omega
I francesi Blut Aus Nord (che in tedesco significa “Sangue dal Nord”) rappresentano i più grandi alleati dei miei incubi peggiori. Questo perché la musica del combo transalpino è quanto di più malsano, malvagio e spaventosamente malato, possa il black metal partorire in questo momento. Non sto parlando di velocità supersoniche o schegge di furia devastante, ma di sonorità cosi maledettamente paurose da popolare (o forse meglio, infestare) appunto i miei sogni notturni. Sei tracce, in cui la dissonanza totale a livello di riffing la fa da padrone e proprio questi suoni accompagnati da ambientazioni notturne, apprensive (ascoltare l’epilogo di “Epitome I” per capire il patema d’animo che può indurre un album di questo tipo) e a tratti lisergiche, ci regalano uno dei prodotti più sperimentali in ambito estremo, mai concepiti fino ad ora. I Blut Aus Nord sono dei maestri in questo e lo testimoniano le passate maestose e avanguardistiche release, “Memoria Vetusta 2” o “MoRT”, i cui suoni si incuneano nelle note di questo famigerato “777 Sect(s)” che precede di pochi mesi l’uscita del nuovo “777 The Desanctification”, atteso per metà novembre (e sinceramente non vedo l’ora di saggiare lo stato di forma del trio di Mondeville). “Epitome II” è il lasciapassare strumentale e sognante, che come il demonio Caronte ci traghetta oltre l’Acheronte, fino a giungere ad “Epitome III”, la cui brutalità esplode già dal suo riffing iniziale, che non può non ricordare lo stile dei conterranei Deathspell Omega e dominerà la song per quasi tutta la sua durata, se non per lasciare posto alla claustrofobia disarmonica del suo finale. La sensazione di gelo che pervade l’intero lavoro è tangibile, soprattutto quando il riffing (e le vocals) di Vindsval partono per caliginosi e angoscianti viaggi verso le tenebre come nella seconda parte di “Epitome IV”, dove echi di musica drone, industrial, psichedelica, si fondono tutti insieme in un finale che odora di morte. La furia distruttiva e cacofonica del combo della Normandia, ritorna più disturbante che mai nella quinta traccia, prima della conclusiva ossianica “Epitome VI” che sancisce la grandezza, genialità, cosmicità ma soprattutto osticità di una band che potrebbe tranquillamente produrre la colonna sonora dell’apocalisse. Terrificanti! (Francesco Scarci)

(Debemur Morti Prod.)
Voto: 85