Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Benighted in Sodom. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Benighted in Sodom. Mostra tutti i post

domenica 3 luglio 2011

Benighted in Sodom - Reverse Baptism

#PER CHI AMA: Black Doom
Atmosfere decadenti che inneggiano a temi magico surreali per questo ottimo lavoro dei Benighted in Sodom. Monumento ermetico dall’aura enigmatica che della vacuità del titolo riprende lo stile per dedicare due intere canzoni ad un fantomatico Ocean (ascoltandole attentamente sono sempre più convinto si tratti di una metafora dell’infinito, più che dell’oceano materiale vero e proprio), dalla modica durata di dodici minuti ciascuna. Le conoscenze di un retroterra magico si appagano nella mefistofelica "Flauros", traccia intitolata ad un demone multiforme che i trattati del settore indicano come rappresentante per eccellenza di una potenza incontrollata. Aneddoti riportano anche la scelleratezza di Crowley, che osò invocare la natura di questo demone rimanendo comodamente seduto nel cerchio d’invocazione. Che tutto questo non sia un caso lo testimonia la canzone stessa, unica nel suo genere all’interno dell’album: è la sola traccia ad iniziare con una batteria lanciata a tutta velocità, evidenziando la capacità di una band prevalentemente doom ad affrontare squarci di ballate black. Interessante l’accostamento di voci pulite a screaming, inserite al momento giusto nella fasi di ‘rilascio’ delle tracce per evitare una monotona ripetizione dello stesso tema. Decisamente un ottimo album, che grazie all’equilibrio di andamenti lenti e veloci non stanca l’attenzione del pubblico (ovviamente di nicchia). Mancano tuttavia quegli arpeggi hopeless tipici del doom, motivi firma di un genere slow che fa delle atmosfere ignote il proprio cavallo di battaglia. Manca anche la viscerale violenza del black più puro, poiché altre appaiono essere le ricerche stilistiche dei Benighted. Ho apprezzato particolarmente i suoni di chitarra che si sviluppano in una sorta di trance onnipresente, quasi fossero liquidi. Pur essendo riusciti (loro) nell’intento di creare un’opera degna di questo nome, non sono riuscito (io) a trovare quel piccolo particolare che rende questo gruppo unico nel panorama a cui appartiene. È tuttavia innegabile che sanno quello che fanno. Flauros non lo conoscono in molti. (Damiano Benato)

(BadMoodMan Music)
Voto: 75

mercoledì 19 gennaio 2011

Benighted in Sodom - Hybrid Parasite Evangelistica


Oggi siamo qui a parlare di un gruppo di ragazzi americani che vengono da Fort Lauderdale (Florida, USA) e si chiamano Benighted in Sodom. Quello che presentiamo è “Hybrid Parasite Evangelistica” full lenght del 2010, che contiene 6 tracce, registrato per la sempre attenta Solitude Productions. Dobbiamo dire che il combo statunitense è parecchio attivo nella fase produttiva, infatti ha sfornato solo nel 2010 ben 6 cd oltre a 5 Ep!!! L’act a stelle e strisce non lo conoscevo per niente, e quando li ho ascoltati sono rimasto inizialmente un po’ interdetto: di certo si può dire che fanno un genere strano, quasi portatore di follia. Il cd al suo primo ascolto suona parecchio lugubre, lento, senza i ritmi sincopati ai quali ci siamo abituati nell’ultimo periodo. In tutto il lavoro possiamo ascoltare un incedere molto lento, quasi ipnotico, con i riff di chitarra mai troppo esasperati, e decisamente scevri da ritmi indiavolati. La voce che ci accompagna (ahimè tra le note stonate del cd) è maligna, malata, arrabbiata, anche se in certi casi penso che non ci stia molto l‘urlato, ma “de gustibus non disputandum est”. L’album si apre con “An Angels Circles the Drain”, che dura la bellezza di 10.53 estenuanti minuti. In questa song ci si imbatte immediatamente nell’aria sulfurea che caratterizza l’intero lavoro che satura fin dalle battute iniziali il nostro respiro. La song suona molto cattiva, senza mai eccedere però in una brutalità fine a se stessa, grazie anche a degli intermezzi acustici assai tranquilli che fanno si che il depressive black del duo americano, si mischi ad un ambient minimalista. I riffs quindi non si rivelano mai troppo violenti, anzi suonano molto puliti e con poche distorsioni ed effetti. “Liquid Flowing From a Slashed” conferma quanto appena detto, grazie ad un inizio con un linee di chitarra molto orecchiabili e ben ritmate, che poi esplodono con il loro incedere cupo e forsennato. Quello che differenzia i Benighted in Sodom da altri gruppi è l’uso di linee armoniche, molto semplici, angoscianti e malinconiche, ma anche decisamente scontate: talvolta si ha quasi la sensazione dell’essere braccati dalla ritmica a tratti psichedelica riscontrabile nel sound dei nostri. “Nightshade & Arsenic” mi ha sorpreso parecchio perché affida il suo incipit ad un assolo di chitarra classica, molto rilassante e orecchiabile; e la chitarra classica continua, tessendo arpeggi non cosi elaborati, ma suggestivi, rendendola l’unica protagonista del tessuto sonoro. Il pezzo suona dolce, lento, sembra quasi che ci culli e rimbocchi le coperte prima di assopirci: molto bello e strano, soprattutto inatteso. Alla fine dell’ascolto del cd tuttavia rimango un po’ con l’amaro in bocca: la band sarà anche produttiva, ma penso sia meglio privilegiare la qualità alla quantità anche perché nulla di nuovo è emerso dalle note di questo poco più che sufficiente lavoro. Il cd a molti alla fine potrebbe infatti risultare noioso o stancante. Rispetto il lavoro della band Floridiana, ma purtroppo non mi ha conquistato, e il lavoro è il classico disco che dopo il primo ascolto non può che finire nel dimenticatoio. Mi spiace ragazzi ma mi attendo molto di più dalle prossime uscite. Per ora una risicata sufficienza può bastare. (PanDaemonAeon)

(Solitude Productions)
Voto: 60