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mercoledì 4 maggio 2016

Behold! The Monolith - Architects of the Void

#PER CHI AMA: Sludge/Doom
Il vuoto cosmico primordiale, l’assenza di gioia o dolore, la catarsi mistica come in ammirazione di un uragano che con le sue spire distrugge una città in pochi secondi: questo è l’effetto che fa 'Architects of the Void'. Questa è la terza fatica dell’act Californiano edita per Arctic Forest Records e prodotta dal leggendario Billy Anderson, già al mixer per Eyehategod, Neurosis, Melvins e molti altri mostri sacri. L’artwork, curato da Dusty Peterson, rappresenta magnificamente il contenuto dell’opera, un demone guardiano con una spada che osserva la valle infuocata degli inferi, senza paura, perchè nulla lo può scalfire. I Behold! The Monolith sono una band preparata e consapevole delle proprie capacità. A cominciare da Jordan Nalley frontman della band che, con la sua timbrica vocale degna dei peggiori demoni alati, è in grado di ipnotizzare gli astanti e trascenderli in un’esistenza parallela fatta di tenebre e oscurità. Anche gli altri musicisti non sono da meno: alla chitarra Matt Price dispensa bordate di distorsione e cattiveria senza lasciare indietro schizofrenici assoli e parti lead allucinate, perfettamente sostenute dagli imprevedibili colpi di batteria di Chase Manhattan; completa il quadro il profondissimo e ruggente basso di Jason "Cas" Casanova. Chi scrive ha avuto la fortuna di vedere i Behold! in concerto ed una sola parola mi sovviene: monolitici. In sede live viene esattamente riprodotto 'Architects of the Void': già la magnifica intro, “Umbral Vale”, fa capire in che girone dell’inferno siamo capitati, in una traccia sospensiva, che sembra non avere né fine né inizio, ma che è in grado di tracciare un chiaro sentiero nella valle di fuoco che andremo ad attraversare. La sensazione è quella di varcare la soglia di un’antica città aliena, abbandonata da tempo immemore. Il paesaggio è incredibile, nessuno crederà a quanto ho visto e non potrò condividere l’estasi della visione desolata delle rovine, rimarrà un’esperienza esclusivamente mia. La lama del filosofo, la seconda traccia, forse la più emblematica e immediata del disco, libera un’immensa quantità di energia oscura, come se il demone in copertina entrasse in azione ed inizi a vibrare fendenti con la sua spada nera, nulla può fermare la sua avanzata, tutto viene travolto dalla sua furia. L’iniziale ritmo tribaleggiante, accompagnato da immense note di chitarra, si tramuta in una frazione di secondo in un riff compulsivo così grosso da far pensare ad un esercito di fantasmi in groppa a neri cavalli lanciati al galoppo in un’ultima gloriosa carica verso il nemico. Approdiamo a "Mithirdist", un pezzo mistico con ambientazioni a tratti oniriche, a tratti pesantemente ciniche e disilluse. Qui, oltre a godere di una grande prova di Chase alla batteria, vi segnalo una parte tra le mie preferite, ossia quello stacco in blast beat che ritroviamo più volte nella song per cui sembra quasi mandare il tutto fuori tempo ma in realtà è assolutamente perfetta nello scorrere della musica, come se il demone guardiano subisse per la prima volta qualche colpo di arma nemica che lo fa tentennare ma subito reagire con il doppio della potenza. "Lord of Bones" descrive le tormentate distese degli inferi con un incedere iniziale lento e spezzettato per arrivare ad un delirio finale di rara violenza della lunghezza di quasi 4 minuti. Un ultimo respiro si prende con l’intermezzo drone ambient “Black Days of..” per poi arrivare all’immenso finale con i due conclusivi pezzi “Between Oder and the Vistula”, massima espressione di rabbia del disco, e l’imponente title track, un concentrato di creatività, sperimentazione, esalazioni sulfuree e potenza allo stato puro. Ascoltare quest’opera dei Behold! The Monolith è un’esperienza che non lascia indifferenti, la carica di energia che ne deriva è così potente da distruggere qualsiasi ostacolo che la vita può presentare. L’ascoltatore può attingere forza dallo spirito invincibile di quel demone che vigila sull’intera opera, per difendersi dagli attacchi delle forze negative che minacciano la nostra esistenza reale. (Matteo Baldi)

(Arctic Forest Records - 2015)
Voto: 90

https://beholdthemonolith.bandcamp.com/

domenica 3 marzo 2013

Behold! The Monolith – Defender Redeemist

#PER CHI AMA: Sludge/Stoner, High on Fire, Carcass, Iron Monkey, Cathedral
Secondo full lenght per questa band californiana (Los Angeles) nata nel 2007 che sfidando tutte le improbabili ripercussioni sonore, osa mescolare thrash metal e doom/sludge/stoner con una naturalezza impressionante, dando vita ad un ibrido dal fascino straordinario. L'artwork della copertina è molto bello e curato e ritrae personaggi fuoriusciti da un mondo lovecraftiano proiettato in una trama divisa tra fantasy e paesaggi cosmici. Proprio la copertina di questo album ci porta a capire immediatamente di quale musica si sta parlando, ossia un intruglio di Cathedral, Trailer Hitch, Voivod, High on Fire, Carcass, Cult of Luna e Iron Monkey che destabilizza l'ascoltatore ad ogni istante, proiettandolo continuamente in differenti mondi sonori a volte ultra doom e psichedelici, a volte molto heavy ai confini col death metal old school, a volte thrash con inserti di southern rock. L'intero lavoro scorre benissimo mantenendo la sua possente mole rumorosa e in tutte le sue tracce non abbassa mai la guardia e onora il moniker della band con un sound veramente monolitico diviso tra tempi a rallentatore, cavalcate e assoli a go go, riff potenti e godibilissimi. "Redeemist" è un brano da incoronare con il suo incedere lento e cupo ed anche "We are the Uform" con il suo cantato malatissimo sopra un tappeto di feedback e chitarre che ricordano i primi lavori psichedelici dei Monster Magnet ma molto più potenti e grossi. I brani sono tutti coinvolgenti e di ottima fattura e racchiudono veramente il meglio dei generi sopracitati (a tratti sembrano perfino ricordare i primi Iron Maiden in salsa Pentagram!), mantenendo una forma originale e melodica con un'identità propria comunque molto definita e distinta. Sporchi, cattivi e cupi ma anche intelligenti, ragionati e con stile. Questo sono i Behold! The Monolith! Possiamo anche impazzire solo per il nome! Una band straordinaria che prende forma da tutti gli orizzonti del metal in circolazione con un suono vintage ma perfettamente collocata in epoca moderna, studiato nei particolari, senza compromessi e atmosfere polverose, nervose e intense. In assoluto un ibrido musicale tra i più interessanti degli ultimi anni e meritano tantissima visibilità. Album da avere assolutamente!!! (Bob Stoner)